Aree dei DOC> Colli Albani> Comuni
Ariccia> Cenni storici






L'odierna città di Ariccia sorge su un'area compresa tra il sito dell'antica "Aricia", situata su un promontorio che si affacciava sull'ampio cratere vulcanico detto di "Vallericcia" e il centro di epoca romana che si estendeva lungo il tracciato antico della via Appia. Presso la città arcaica, che faceva parte della Lega Latina, fu combattuta la battaglia che fermò gli Etruschi di Porsenna; nel suo territorio si trovava anche il santuario latino di Diana, posto sulle rive del lago di Nemi, chiamato appunto "Speculum Dianae".

Dopo aver preso parte alle lotte tra Latini e Romani, venne conquistata da questi ultimi divenendo municipio; in seguito all'apertura della via Appia e il progressivo incremento dei traffici, il centro si sviluppò sempre più divenendo la prima stazione di posta su questa strada.

Devastata da Mario nell'87 a.C. risorse rapidamente e prosperò in età imperiale arricchendosi di templi, terme ed edifici pubblici. Con le invasioni barbariche cominciò la decadenza che ebbe il suo culmine nell'827, quando fu distrutta dai Saraceni; i superstiti ritiratisi sull'acropoli vi costruirono il nucleo dell'odierna città. Le prime notizie di un "Castrum Ariciensis" risalgono al 990, anno in cui risulta di proprietà dei Conti di Tuscolo; nell'XI secolo passa alla Santa Sede che lo tenne, fra alterne vicende, fino al 1437, anno in cui entra a far parte dei possedimenti dei Savelli, che prosciugarono il lago sottostante e costruirono il castello; nel 1661 fu venduta alla famiglia senese dei Chigi, che apportarono quelle modifiche urbanistiche ancora visibili, grazie ai progetti di G.L. Bernini.

Con la riapertura dell'Appia, dovuta a Pio VI (1775-1799), il paese riacquistò l'antica importanza, accresciuta nel 1854 con la costruzione del monumentale ponte a tre ordini di arcate, ricostruito nel 1947, e che tuttora sovrasta il parco di Palazzo Chigi.

Dell'antica città di Aricia rimangono visibili attualmente solo pochi resti situati perlopiù all'interno di terreni destinati ad uso agricolo, fra questi i più significativi sono: il cosiddetto "Basto del Diavolo", un arco in peperino, infossato rispetto la piano stradale, che è quanto rimane di una delle porte della città; la Sostruzione della via Appia, grandiosa opera che permetteva alla strada di superare il dislivello del colle, lunga circa 200 m. e alta più di 10 m., costruita con blocchi squadrati di peperino.

Pagina precedente Inizio pagina

Ricerca aziende
 
Aree dei DOC
Colli Albani
  - Albano Laziale
  - Ariccia
        - Cenni Storici
        - Monumenti
  - Castel Gandolfo
Colli Lanuvini
Frascati
Marino
Montecompatri
Velletri
Zagarolo
<< Vai alla pagina precedente
Home | Introduzione | Aree dei DOC | Ambiente | Itinerari | I Castelli nell'arte | Come eravamo | Appuntamenti | Gastronomia | Aziende | La strada dei Vini